Meloni storici del Casalasco-Viadanese
I meloni che troviamo nella GDO o nei negozi di verdure sono costituiti esclusivamente da ibridi commerciali che molto spesso vengono innestati su varietà maggiormente tolleranti. Gli ibridi più coltivati nel territorio Viadanese-Casalasco fanno parte principalmente della tipologia ovale.
Area geografica: Lombardia (Mantova, Cremona) e Emilia
Moscatello
Il melone Moscatello è di forma tondeggiante leggermente schiacciata ai poli, il colore della buccia è verde intenso durante la crescita, diventando giallo paglierino a maturazione, infine, il peso dei frutti si aggira sui 2-3 kg.
La polpa è di colore giallo chiaro con sfumature verdastre, “è molto profumata e dolce” così viene testimoniato in una preziosa tela del Caravaggio datata 1603 e da altre fonti bibliografiche dello stesso secolo; è attualmente conosciuto, data la sua storia ed il suo aspetto nobile, come "melone dei Gonzaga".
E' un frutto poco serbevole e poco adatto ad essere trasportato a grandi distanze, ragioni che stanno causando la sua scomparsa, potrebbe infatti diventare una varietà di consumo locale anche per usi diversi (ad esempio, come in passato, per la produzione di gelati).
Rospo (o Sata o Rognoso)
Dalla forma sferica leggermente schiacciata ai poli e di colore giallo con parte della rugosità verde, presenta semi leggermente ambrati e abbastanza grandi. Assomiglia molto ad una zucca, i suoi frutti sono voluminosi (2-3 kg), con polpa di colore arancio poco spessa ma molto profumata e consistente, ha un sapore non particolarmente zuccherino.
Sembrava essere la varietà più diffusa nel territorio viadanese nei primi decenni del 1900, è molto difficile trovare fonti certe che parlino delle varietà di melone perché era considerata una coltura non da profitto e si piantava solo se le coltivazioni di grano venivano rovinate e i contadini avevano a disposizione solo pochi mesi per coltivare qualcosa da poter vendere ai mercati locali.
La raccolta viene effettuata prima della maturazione fisiologica tagliando il picciolo.
Viadanese
Dotato di pregevoli qualità organolettiche presenta tuttavia caratteristiche legate alla difformità di pezzatura, sensibilità a Fusarium e soprattutto tendenza alla spaccatura del frutto vicino al picciolo rendendolo non idoneo al trasporto e alla GDO. E’ forma rotonda con una buccia liscia di colore giallo e una polpa arancio intenso con semi chiari ed ellissoidi, il suo peso varia tra i 900 e i 1500 grammi ed il suo sapore è molto aromatico.
La coltivazione ebbe inizio negli anni 50 del secolo scorso nei pressi della frazione di Bellaguarda in un territorio particolarmente vocato dal punto di vista pedologico. Fu largamente prodotto fino agli anni 70 quando l'avvento dei primi ibridi di provenienza americana lo relegarono alla coltivazione amatoriale. Scomparso completamente è stato recuperato dall'Istituto Sperimentale per l'Orticoltura di Montanaso Lombardo (LO) nella sua forma tonda con buccia liscia, la caratteristica del melone è la grande precocità la mancanza di retatura.
Rampeghin (piccolo)
Ha frutti piccoli, lisci e di colore arancio sia esternamente che all'interno. Era largamente diffuso nel periodo a cavallo tra le due guerre mondiali, si riteneva fosse scomparso ma recentemente è stato ritrovato. Il nome deriva dalla tecnica di coltivazione solitamente impiegata: la pianta, seminata vicino ai capanni, si arrampicava su di essi.
Itinerario gastronomico della zucca, tra coltura e cultura
Dall'autunno sino all'inizio della primavera, la zucca compare sulle nostre tavole con i suoi colori vivaci e le sue strane forme. Apprezzata da grandi e piccini per la sua dolcezza e per le sue caratteristiche nutritive è facile da cucinare, economica e buona, essa rappresenta uno degli ingredienti più rinomati all'interno dei ricettari mantovani.
Parte da queste premesse il progetto “Di Zucca in zucca”, promosso dal Consorzio Agrituristico Mantovano con uno scopo: quello di esplorare quest'ortaggio nelle sue mille forme, oltre agli aspetti autentici e genuini.
L'evento di Zucca in Zucca
Da ben 26 anni, nelle corti contadine e agriturismi che aderiscono all’iniziativa, la zucca è la protagonista indiscussa dall'8 settembre fino all'8 dicembre, periodo all’interno del quale si avrà l’opportunità di approfondire le proprie conoscenze relative ad un prodotto simbolo della cultura e della gastronomia mantovana, degustando menù interamente dedicati alla zucca.
Per informazioni: 0376 324889
[email protected]
www.consorzioagrituristicomantovano.it
L’arrivo della zucca a Mantova
Nonostante fosse apprezzata già al tempo dei Gonzaga, la zucca iniziò a diffondersi nelle campagne padane solo XVIII secolo: l'estensione delle aree coltivabili e la bonifica delle paludi favorì la diffusione di questa coltura, che con lo scorrere del tempo si consolidò tanto da essere considerata tuttora una delle più identificative della nostra provincia. La zucca non solo divenne un ortaggio popolare, ma iniziò anche a comparire assiduamente nella dieta delle famiglie meno abbienti: grazie alla limitata disponibilità di cibi proteici e alla possibilità di consumare quest'ortaggio senza gettar via nulla, la zucca iniziò ad essere considerata “carne dei poveri” e quindi simbolo di abbondanza.
ORIGINI
Conosciuta in Perù già dal 1200 a. C., la zucca raggiunse le popolazioni europee solo nel Quindicesimo secolo, nonostante egiziani, romani e greci conoscessero la varietà lagenaria già da molto tempo. Fino al 1700, la coltivazione di questo ortaggio non esisteva tra le attività agricole: la zucca cresceva spontanea lungo il corso dei fossi o nei ritagli degli appezzamenti destinati ad altri ordinamenti produttivi.
La zucca mantovana, dalla forma schiacciata e di colore grigio verde, è entrata a far parte dell’elenco dei prodotti tradizionali redatto dal Ministero delle Politiche Agricole nel 1999. Nonostante le sue sementi per anni siano state selezionate dai singoli produttori, per un periodo era scomparsa, oggi è stata recuperata come varietà da biodiversità. Mantiene inalterate le sue caratteristiche per molti mesi, se conservata in un luogo asciutto, ha una polpa compatta ed una qualità eccelsa.
La zucca delica, è un ibrido giapponese, creato in laboratorio per soddisfare il modello di famiglia di poche persone e che ha poco tempo. Per questo la zucca deve essere piccola, si deve tagliare facilmente e deve avere una qualità media e standardizzata. La zucca delica è un prodotto globale perché viene prodotta in tutto il mondo, la zucca mantovana, invece, solamente nel territorio della provincia di Mantova.
Mantova, la zucca e i Gonzaga
La nostra generosa terra è ormai universalmente identificata con i suoi signori, i Gonzaga, che l’hanno plasmata e le hanno dato la forma che ancora oggi è riconoscibile nelle città, nelle strade e nelle acque. C’è però un altro simbolo, forse meno alto e nobile ma sicuramente accattivante, che oggi rende riconoscibile Mantova quanto la sua gloriosa storia, ed è la zucca.
Lungi dal voler essere irrispettosi verso la figura di Ludovico II Gonzaga e del maestro Andrea Mantegna, immaginiamo un incontro forse mai avvenuto (la zucca diffusa a quei tempi era la lagenaria, tutta un’altra storia), ma che avrebbe sicuramente dato luogo ad un rapporto d’amore, tra i signori di Mantova e la signora della cucina mantovana.
Zucca come medicina alternativa
Molti pensano che le qualità nutrizionali della zucca siano scarse ma in realtà la polpa della zucca è così ricca di vitamina A che soli 100 grammi coprono del tutto il fabbisogno giornaliero di questa vitamina.
La tradizione conferma che un suo consumo regolare aiuta efficacemente a risolvere alcuni problemi come l’intestino irritabile e la stitichezza, sono tuttavia i semi di zucca la parte dell’ortaggio che contiene la maggiore potenzialità nutrizionale: riducono i sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna, modera l’innalzamento della glicemia dopo i pasti, è un importante fattore protettivo rispetto all’obesità e alle malattie metaboliche come il diabete e la patologia cardiovascolare, diminuisce in modo significativo i risvegli notturni migliorando la qualità del sonno, grazie soprattutto al suo elevato contenuto in triptofano, un neurotrasmettitore, che favorisce un riposo notturno soddisfacente migliorando anche il tono dell’umore.
La particolarità che la rende uno strumento prezioso nella dietologia è senz’altro la sua capacità di indurre sazietà con contenuti calorici di gran unga inferiori ad altri cibi. Confrontandola ad esempio alla patata, il suo contenuto calorico è di gran lunga inferiore, con un potere saziante forse superiore: 100 g di patate danno un apporto calorico di circa 80 Kcal contro le 9-18 Kcal della zucca.
La zucca e i suoi simboli tra storia, arte e religione
Nella Bibbia viene raccontato come Dio fece crescere una pianta di zucca per far ombra a Giona (4, 6-7). La pianta divenne per questo un simbolo della resurrezione, ma Dio non invitò Giona ad assaggiarla, così che nessuno pensò alle sue proprietà nutritive o alle belle e saporite pietanze che si potevano fare con quel frutto.
La zucca veniva invece utilizzata (dopo essere stata essiccata e svuotata) dai viandanti e dai pellegrini come borraccia dalla quale dissetarsi nei loro lunghi viaggi tra un luogo santo ed un altro. In un disegno medievale la rappresentazione della zucca ai piedi di Cristo ha probabilmente il significato di resurrezione e più generalmente di rigenerazione spirituale, significato accolto anche in Cina, ma che da noi in Europa non è riuscito a mantenersi stabile, tant'è che non si trovano più raffigurazioni in disegni o dipinti posteriori. Nel tardo Rinascimento italiano la zucca è un attributo della fugacità, della millanteria, della sciocchezza e della speranza delusa.
La caratteristica di essere una pianta annuale, che simboleggia sia la rapida crescita sia il rapido deperimento e quindi in sostanza la brevità della vita, è il principale significato che la zucca assume in un'incisione di Albrecht Dürer di S. Gerolamo.
Cosmesi: zucca e cura del corpo
La maggior parte delle proprietà nutritive e cosmetiche della zucca risiedono all’interno della polpa e dei semi, che ridotti in poltiglia e miscelati ad altri ingredienti, sanno creare numerose maschere di bellezza. Ecco di seguito alcuni esempi di come farsi belle con la zucca.
- Maschera antistress
Cuocere un pezzo di zucca, schiacciarla con una forchetta, aggiungere olio extravergine d’oliva, miele, spalmare sulla zona interessata per venti minuti e risciacquare. - Maschera per pelle infiammata ed impura
Usare del succo di zucca cruda unita a qualche fiore di camomilla lasciato in infusione. Filtrare e applicare sul viso. - Maschera di semi di zucca per ringiovanire la pelle (per gli over 35)
Tritare e pestare semi di zucca, melone e cetriolo in parti eguali. Impastarli con olio di mandorle e massaggiare accuratamente con i polpastrelli, sul viso, collo e seno. Risciacquare dopo 30 minuti. - Maschera purificante
Triturare i semi di zucca, aggiungere la polpa ammorbidita facendola scottare con l'acqua e della crema nutriente. Mescolare e stendere sul viso con leggeri massaggi. Dopo 15 minuti risciacquare.
La zucca in cucina
Cotta a vapore, al forno o fritta, può essere impiegata sia come semplice spuntino sia in centinaia di preparazioni articolate e avvincenti. I fiori possono essere immersi in pastella e poi fritti, uniti all’insalata, ai risotti e alle minestre di verdure, purché siano freschissimi e senza alcun segno d’avvizzimento. La polpa è protagonista di un ventaglio di proposte culinarie che la ritraggono abbinata e cucinata in tutti i modi possibili, mentre i semi, tostati e poi salati sono ottimi con gli aperitivi.
PER SAPERE SE È MATURA
- La zucca deve essere soda, con il picciolo legnoso e integro, con la buccia senza macchie o ammaccature così come pure il fondo che deve essere asciutto.
- Dandole leggeri colpetti, la zucca deve emettere un suono sordo: serve a stabilire se la massa è compatta, mentre in caso contrario significherebbe che il tessuto è lasso, con una scarsa presenza di zucchero.
- Se il prodotto viene acquistato a tranci, è necessario controllare che la parte tagliata non si presenti molliccia né asciutta e che i semi siano ancora umidi e scivolosi.
- Il colore all’interno dev’essere acceso e vivo. Un tempo si testava la maturità immergendo le zucche in una bacinella piena d’acqua: se la zucca restava a galla era ancora acerba, mentre se andava a fondo era sufficientemente matura. Alcuni usavano anche un'ago: se entrava con fatica significava che la zucca era buona.
PER CONSERVARE LA POLPA
Refrigerazione: Le zucche già tagliate vanno lasciate in frigorifero avvolte in una pellicola per alimenti e consumate entro pochi giorni.
Congelazione: Tolta la scorza e le estremità, tagliare la polpa a cubetti, congelarli, metterli in un sacchetto e risistemarli nel freezer.
Salamoia: Scottare la polpa tagliata a cubetti in acqua bollente (2 minuti) e sistemarla in vasi. Riempire i vasi con salamoia, costituita da mezzo litro d'acqua, mezzo litro d'aceto, 300 gr di zucchero e 300 gr di sale. Chiudere i vasi e sterilizzarli per 20 minuti.
CURIOSITÀ
In tempo di guerra era molto diffusa la produzione di pane alla zucca in quanto la polpa di zucca consentiva di risparmiare farina di frumento e programmare il consumo di quella disponibile per un numero maggiore di giorni.