L'allevamento semibrado dell'Az. Agr. Porcalora
Abbiamo incontrato Matteo Rebesan, per conoscere meglio la realtà del Porcalora
Raccontateci la vostra storia
L’azienda agricola è nata a novembre 2012 con l’idea di fare un allevamento semi brado di maiali finalizzato poi alla vendita diretta e all’utilizzo della materia prima per l’agriturismo. Da fine 2012 a maggio 2015 è stato il periodo necessario per la parte burocratica e avere il via libera ai primi 10 maiali che sono arrivati al Porcalora. Con settembre 2015 abbiamo aperto l’agriturismo perché i maiali erano pronti per la macellazione e da lì abbiamo iniziato tutto. È stata una bella avventura, molto impegnativa. Nel mantovano siamo solo in due/tre ad avere un allevamento semibrado.
Com’è gestire un allevamento semibrado?
Da un certo punto di vista è più semplice da gestire perché gli animali si autoregolano col cibo e il bere è sempre alla loro portata; dall’altro lato è più complicato perché serve molto terreno a disposizione (massimo undici suini per ettaro). Sopra i 30 maiali diventa allevamento intensivo. Trovare un terreno è difficilissimo perché quando si propone di fare un allevamento di maiali tutti alzano le mani e pensano agli odori, alle malattie, ai topi, quando in realtà non è così: qui non ci sono topi, i maiali non hanno malattie, non diamo medicinali neanche nei mangimi e il fatto di essere all’aperto garantisce il loro benessere. Quando arrivano i maiali nuovi (al momento non nascono qua), è necessario che non ci sia troppo freddo, perché altrimenti soffrirebbero troppo lo sbalzo. Appena arrivati li teniamo separati da quelli già presenti perché venendo da una stabulazione fissa hanno un odore diverso che da fastidio agli altri. Nelle stabulazioni ci sono dei livelli di stress diversi e spazi diversi: 1 o 2 metri quadri per maiale, qui ne hanno a disposizione 1000. Il tutto è finalizzato a portare in tavola un prodotto di eccellenza e di altissima qualità.
Cosa producete?
In un anno riusciamo a macellare una sessantina di maiali. Al momento facciamo salami, pancette e coppe. La carne la vendiamo in un piccolo spaccio dove facciamo vendita diretta, inoltre vendiamo anche al mercato contadino (il sabato a Borgochiesanuova).
Quali sono state le difficoltà più grandi che avete affrontato?
I momenti di difficoltà ci sono, ci sono stati e ci saranno sempre: trovare un finanziamento è stata la prima perché partivamo da zero; un grosso aiuto in questo senso ci è arrivato dal Consorzio Agrituristico. Per realizzare tutto quello che vorremmo ci si scontra sempre con la burocrazia e quindi a volte siamo costretti ad accantonare l’idea perché diventa impossibile.
Le maggiori soddisfazioni?
La soddisfazione più grande è essere ancora vivi, abbiamo retto dei colpi molto forti quindi siamo molto acciaccati ma ci siamo ancora e non molliamo.
Avete un motto?
Il nostro motto potrebbe essere “Facciamo quello che diciamo e diciamo quello che facciamo”. Non abbiamo segreti mai per nessuno, facciamo quotidianamente collaborazioni che nascono in modo spontaneo. È tutto qua, i nostri segreti sono la semplicità e l’apertura.